In spagnolo per indicare una donna incinta si utilizza il termine embarazada.
Naturalmente l’associazione rimanda al termine imbarazzo che, in italiano, indica uno stato emotivo generalmente associato a comportamenti impacciati e goffi, ad una situazione di difficoltà, ma in ultima analisi non è solo questo.
Nell’imbarazzo c’è qualcosa che non si può dire,un ostacolo, un blocco, una scelta che non si può fare, qualcosa che, nel tacerla o rinviarla, cresce, si rinvigorisce.. insomma c’è qualcosa da elaborare!
Essere in imbarazzo non è certo una piacevole esperienza per chi la vive perché espone in maniera inaspettata allo sguardo giudicante dei presenti.
Perché associarla allora ad un periodo della vita di una donna così rigoglioso, creativo, luminoso qual è la gravidanza, al momento di massima fusione della madre alla creatura che porta in grembo?
Non avendo trovato una corrispondenza terminologica tra la definizione italiana e quella spagnola, mi sono interrogata sul senso analitico che può sottendere quest’ultima.
La gravidanza ha i sintomi dell’innamoramento, mette in moto una forza nuova, una carica che viene dal futuro, talvolta un’euforia che stordisce.
Come l’innamoramento quando è al suo culmine, però, ci rende più fragili, insicuri, ci fa regredire, ci rende un po’ bambini.
E’ come se la donna chiedesse di essere ancora una volta ‘l’unica bambina’ prima di lasciare il ruolo di figlia e vestire i panni di mamma.
Di certo continuerà nella realtà ad essere figlia, ma la sua rappresentazione nel mondo, il suo essere nel mondo, porterà i segni di una frattura identitaria, di un punto di non ritorno, come anche di una Rinascita.
Ecco perché P. Espasa utilizza l’espressione “lutto evolutivo” per spiegare la necessità di un’elaborazione per quanti si affacciano all’esperienza genitoriale, uomini o donne che siano, rispetto all’abbandono dell’esclusivo ruolo di figli.
Dover fare i conti con l’assunzione di questa nuova identità risulta ancor più gravoso se parliamo di una donna in attesa, messa a diretto confronto con questo passaggio di testimone, dalla trasformazione del proprio corpo.
Ora è una donna catapultata al centro della scena, non più raffigurata lateralmente in una foto di famiglia, è una donna in primo piano, spogliata delle antiche vesti di figlia, un po’ disorientata, una donna embarazada..
Dott.ssa Claudia Digiuro
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