Il Movimento per la Vita dell’Umbria incoraggia la formazione di un Osservatorio sul welfare aziendale che possa incentivare migliori condizioni di vivibilità per i lavoratori incrementare il benessere della società.
PERUGIA – Il bene è creativo, nonché contagioso. Condividere buone pratiche non costa nulla e amplifica le possibilità per tutti.
All’insegna di questa idea si è svolto il convegno organizzato dal Movimento per la Vita dell’Umbria sul tema: “Il Welfare aziendale come strumento per migliorare la qualità della vita e delle imprese”, lo scorso 14 aprile a Todi.
All convegno hanno preso parte alcuni responsabili dell’amministrazione regionale (il Consigliere Sergio De Vincenzi, il Sindaco di Todi, Antonio Ruggiano, l’assessore al welfare, Alessia Marta e il sindaco di Bastia Umbra, Stefano Ansideri) e vari rappresentanti del mondo imprenditoriale del territorio tra cui Elcom System, Umbra Group e il portale Jointly, che fa da ponte tra aziende e servizi dedicati ai dipendenti.
Gli esponenti delle aziende umbre hanno illustrato le proprie modalità di “welfare” aziendale: obiettivo di tutti è quello di partire dai bisogni dei propri lavoratori per migliorare la qualità della vita di essi e delle proprie famiglie, includendo le nuove problematiche legate alla composizione della società, in continuo mutamento.
L’utilità di costituire al più presto un Osservatorio regionale per il Welfare aziendale, proposta di legge sostenuta dal Movimento per la Vita e portata in Consiglio regionale dal consigliere De Vincenzi, appare dunque quanto mai opportuna: un punto di osservazione e monitoraggio composto da rappresentati del mondo del lavoro, dei sindacati e dell’associazionismo che, come ha affermato il consigliere “possa “ristabilire un controllo delle politiche e favorire iniziative orientata al welfare”.
La proposta di legge è attualmente in prima commissione ed è stata avviata l’istruttoria.
L’intervento di Fabio Galluccio, co-fondatore del portale Jointly.pro, ha illustrato l’innovativa start-up nata nel 2014 con la mission del welfare condiviso: una rete di servizi per tutti i dipendenti di un’azienda, che attualmente interessa più di 350.000 persone (40 aziende in Italia, piccole e grandi, che beneficiano dei servizi di questa realtà).
Interessante anche il confronto con le esperienze di Elcom System, portate dal presidente del Consiglio di Amministrazione, Giammario Granieri, che fa del rapporto personale con i propri dipendenti un punto di forza. “Accanto ad un fondo di solidarietà che abbiamo inaugurato già nel 1984, il contatto umano con le persone che lavorano con noi è fondamentale, ed è quello che ci ha tramandato mio padre, fondatore dell’azienda. Questo ci ha portato ad avere maestranze che hanno ricevuto molti riconoscimenti, dipendenti che diventano come membri di una grande famiglia e mantengono l’azienda efficiente”.
Con uno stile diverso, ma non meno efficace, è stata presentata dal Elisa Fagioli l’esperienza di Umbra Group: “Un’indagine nel 2015 fatta presso i nostri dipendenti ha messo in luce le effettive necessità, in parte diverse da quelle che l’azienda poteva immaginare. Il piano sanitario stato messo in priorità, ma anche tutto ciò che mette il lavoratore in condizione di rendere meglio sul luogo di lavoro, tra cui la comunicazione interna ed esterna delle buone pratiche in essere”.
Il sindaco di Bastia Umbra (PG), Stefano Ansideri, riportando alcuni dati sui premi di produzione assegnati ai lavoratori, ha sottolineato la difficoltà di sottrarre alla tassazione questi stessi benefit, rendendo di fatto più difficile per le aziende la possibilità di aumentare le retribuzioni per i lavoratori più meritevoli.
Infine l’assessore al welfare del Comune ospitante il convegno, Alessia Marta, ha offerto un incisivo contributo constatando che “Tra il 2011 e il 2016 115.000 mamme sono state costrette ad abbandonare il mercato del lavoro per inconciliabilità dei tempi lavoro -famiglia”.
“Per arginare questo tipo di tendenze – ha proseguito l’assessore – occorre fare rete con nuove forme di promozione e protezione sociale, da promuovere attraverso forme di partenariato e project financing. E necessario uscire dal concetto di welfare assistenzialistico cui siamo abituati per entrare in un sistema di welfare che sia generativo, attraverso la disseminazione delle best practices realizzate in primis a livello locale”.
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