Ci sono valori universali che riguardano ogni cittadino e che non possono essere esclusi dall’interesse politico. L’obiettivo è il bene comune, assieme a una società più giusta.
Chi ha a cuore il “bene comune” della Regione in cui vive quando deve decidere chi scegliere come amministratore della Regione si dovrebbe domandare in che modo chi ha amministrato nella precedente legislatura – e nel caso dell’Umbria nei precedenti 44 anni ! – la Regione ha tenuto conto delle reali necessità del territorio e dei suoi abitanti ed ha cercato di favorire lo sviluppo delle cellule fondamentali di ogni società, che sono le famiglie, il cui contributo è indispensabile per il presente ed il futuro di qualsiasi comunità umana, e quali sono i valori che ispirano il servizio politico di ogni coalizione e di ogni singolo Candidato.
Ci sono alcuni indicatori demografici che indicano con chiarezza il destino presente, futuro prossimo e remoto della nostra Regione, che ogni anno l’Istat offre alla riflessione di tutti e che i nostri Amministratori finora hanno totalmente ignorato:
· Dal 21 ottobre 2001 al 1 gennaio 2014 la popolazione Umbra è cresciuta di 70.914 unità grazie ai 99.922 Stranieri residenti in Umbria;
· Dal 1 gennaio 2011 al 1 gennaio 2014 tutte le donne in età fertile (15-49 anni: 202.073 nel 2011; 193.334 nel 2014)) in Umbria sono diminuite di 8.939 unità, mentre le residenti straniere (35.749 nel 2011; 35.022 nel 2014) sono diminuite solamente di 727 unità;
· Dal 31 dicembre 2010 al 31 dicembre 2013 si è registrato un calo delle nascite da 7.993 (di cui 1.471 nati da Straniere residenti) a 7.375 ( di cui 1.444 nati da Straniere residenti), mentre la percentuale dei nati da Straniere residenti è cresciuta dal 18,4% al 19,58%; un aumento delle morti da 9.949 ( di cui 120 Stranieri residenti) a 10.124 (di cui 127 Stranieri residenti) ed un significativo incremento negativo del saldo naturale da -2.016 a -2.749.
· Nel 2005 ci sono stati 3.815 matrimoni con un quoziente di nuzialità del 4,4‰ (più alto di quello nazionale 4,2‰). Dal 2010 è ancora diminuito il numero totale dei matrimoni (3.114 nel 2010; 2.609 nel 2013) ed il quoziente di Nuzialità dal 3,4‰ (più basso di quello nazionale 3,6‰ abitanti) è sceso al 2,9‰ del 2013 ( più basso di quello nazionale 3,2‰); è aumentata significativamente – in controtendenza col dato nazionale! – la percentuale dei matrimoni civili dal 32,3% del 2005 (in Italia 32,8%), al 38% (in Italia 36,5%) del 2010 ed al 45,3% (in Italia 42,5%) del 2013. Anche l’età media dei nubendi è aumentata da 33,1 anni per lo sposo e 30,4 anni per la sposa del 2005 a 34,3 anni per lo sposo e 31 anni per la sposa nel 2010 ed a 35,5 anni per lo sposo e 31,8 anni per la sposa nel 2013.
· Dal giugno 1978 al 31 dicembre 2013 nella nostra Regione è stato impedito di nascere a 97.718 bambini abortiti volontariamente.
· Dal 2011 il rapporto di abortività (numero aborti volontari/1.000 nati vivi) è in costante crescita: dal 269,7‰ del 2011 (nettamente superiore a quello nazionale 206‰) al 271,3‰ del 2012 (nettamente superiore ed in controtendenza a quello nazionale 203,1‰); anche il tasso di abortività (numero aborti volontari/1.000 donne di 15-49 anni) è in crescita dall’ 8,9‰ (8‰ in Italia) del 2011 al 9‰ (7,9‰ in Italia) del 2013, mentre si mantiene nettamente più basso della media nazionale il tasso di fecondità (numero nati vivi/1.000 donne età fertile) 33,1‰ (38,7‰ in Italia) nel 2011 e 33,2‰ (in Italia 39‰) nel 2012.
· L’ indice di vecchiaia (rapporto tra popolazione di età superiore a 64 anni/ popolazione di età compresa tra 0-14 anni x 100 ) al 1 gennaio 2013 è 181,9 , nettamente superiore a quello nazionale (151,4); anche l’indice di dipendenza (rapporto tra popolazione oltre i 64 anni+popolazione tra 0-14 anni/ popolazione tra 15-64 anni x 100) 58,4 è nettamente superiore a quello nazionale (54,2); la stessa tendenza ha l’indice di struttura della popolazione lavorativa (rapporto tra popolazione lavorativa tra 40 e 64 anni/ popolazione lavorativa tra 15 e 39 anni x 100) 125,8 (123,2 in Italia).
Quali misure sono state adottate per far fronte a questo suicidio demografico?
· Promuovere e facilitare l’aborto volontario chimico (RU 486), non certamente per rendere meno doloroso e drammatico l’aborto alle donne, ma sperando che quanto prima il mefiprestone (RU486) possa essere commercializzato liberamente e quindi riporti l’aborto volontario nel privato facendo diminuire apparentemente il numero degli aborti volontari registrati;
· Non autorizzare i Centri di Aiuto alla Vita, che ne hanno fatto richiesta ad essere presenti negli Ospedali Umbri dove si fanno gli aborti volontari per poter incontrare le Donne che lo desiderano ed offrire loro l’aiuto necessario per evitare il dramma dell’aborto volontario;
· Esultare e considerare un “traguardo molto importante” raggiunto l’apprendere la notizia che la Corte Costituzionale ha dichiarato lecito l’accesso alla fecondazione extracorporea eterologa e l’aver subito deliberato che sarà una prestazione gratuita – a spese della collettività ! – non tenendo conto del fatto che non è una terapia della sterilità di coppia e che ha una bassa efficacia, del costo in vite umane di ogni tipo di fecondazione artificiale, dell’alto tasso di embrioni crioconservati (22,1% rispetto al 16,6% dell’Italia; 13/14 dei quali sono destinati a morte certa) e dell’alto tasso di esito negativo delle gravidanze (28,75% rispetto al 26% nazionale) registrati in Umbria nel 2012.
· Presentazione del ddl regionale contro le discriminazioni e violenze per orientamento sessuale da parte di M. Mariotti, G. Cintioli e L. Barberini il 19 marzo 2014.
Alla luce di quanto sopra esposto chiediamo ai Candidati Umbri, che vogliono impegnarsi per il bene comune e per un futuro meno gelido della nostra Regione, di sottoscrivere l’impegno di adoperarsi – se eletti – a:
· tutelare il diritto alla vita di ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale e – profondamente convinti con la Beata Madre Teresa di Calcutta che “Stiamo parlando di pace. … ma io sento che il più grande distruttore della pace oggi è l’aborto, perché è una guerra diretta – un’uccisione diretta – un omicidio commesso dalla madre stessa.” – di proporre la modifica dell’art. 2 dello Statuto Regionale al punto 1 – la cultura della pace, della non violenza e il rispetto dei diritti umani, primo fra tutti il diritto alla vita di ogni essere umano dal suo concepimento alla morte naturale.
· riconoscere il nascituro quale componente il nucleo familiare a tutti gli effetti, a partire dai provvedimenti legislativi ed amministrativi, (assegnazione di alloggi di edilizia pubblica,ecc. );
· promuovere e tutelare i diritti della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna attraverso l’esercizio delle competenze legislative (per la Regione) e di quelle amministrative ( per le Regioni e per i Comuni), modificando l’art. 9 dello Statuto Regionale come segue “1. La Regione riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna e adotta ogni misura idonea a favorire l’adempimento dei compiti che la Costituzione le affida.;
· sostenere concretamente la libertà di educazione dei genitori e far rispettare il loro diritto-dovere di primi e principali educatori dei loro figli, promuovendo progetti educativi volti al rispetto delle persone e garantendo il necessario coinvolgimento dei genitori stessi nei programmi educativi infra ed extra scolastici;
· promuovere l’erogazione alle gestanti di un assegno mensile di €. 150,00 per 24 mesi a partire dal quarto mese di gravidanza – simile al nostro Progetto Gemma -, che si potrebbe chiamare “Un baiocco per la Vita” da parte della Regione o del Comune di residenza;
· assicurare a tutte le donne che decidono di abortire volontariamente la possibilità di incontrare nei Consultori e negli Ospedali dove vengono prenotati e fatti gli aborti volontari la possibilità di incontrare operatori di un Centro di Aiuto alla Vita assegnando a tutti i CAV della Regione dei locali dove possono incontrare le Donne e degli spazi dove apporre le locandine od altro materiale illustrativo in modo che la donna sia aiutata ad evitare il dramma dell’aborto;
· favorire la realizzazione di centri per il trattamento della “sindrome post abortiva”, ancora sottovalutata e trascurata dal SSN, ma sicuramente presente e causa del crescente numero della patologia psichiatrica presente, che si avvia a diventare la prima causa di malattia nel mondo occidentale;
· tutelare il fondamentale diritto all’obiezione di coscienza da parte di medici e farmacisti, il quale ha fondamento costituzionale, tanto più alla luce del fatto che la tutela della vita umana è esattamente la ragione per cui sussistono gli Stati con i loro ordinamenti giuridici;
· creare le condizioni perché i giovani possano formare una famiglia nell’età più favorevole per la procreazione per prevenire l’ipofertilità o la sterilità coniugale;
· non sostenere né finanziariamente né in altro modo progetti che propaghino in ambienti scolastici e formativi concezioni sulla sessualità e sull’affettività basati sull’ideologia di genere, volti cioè a scardinare la naturale dualità e complementarietà tra il maschile e il femminile.
La Federazione Regionale dei CAV e MpV Umbri
Foligno, 8 maggio 2015
In allegato appello da sottoscrivere ed inviare alla Presidenza della Federazione, dott. Angelo Francesco Filardo
Via Mesastris, 30 – 06034 FOLIGNO
E mail: dottaffilardo@gmail.com
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